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Rilevata una percentuale dell'1-2% di reinfezioni dopo la seconda dose Pfizer

Infettivologia Redazione DottNet | 16/06/2021 09:24

Pregliasco: "abbiamo osservato che si tratta di una reinfezione molto più debole e senza complicanze, e nella maggior parte dei casi dovuta alla variante Alfa, precedentemente denominata variante inglese"

 Anche in Italia sono segnalati casi di reinfezione da SarsCov2 nonostante la vaccinazione. A segnalarlo, pur in mancanza al momento di dati ufficiali e statisticamente rilevanti, è il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano: "Secondo stime nel nostro centro vaccinale all'Istituto Galeazzi di Milano - afferma all'ANSA - abbiamo rilevato una percentuale pari all'1-2% di reinfezioni dopo la seconda dose di vaccino anti-Covid Pfizer. Si tratta però di forme non gravi".

 In questi casi, spiega l'esperto, "abbiamo osservato che si tratta di una reinfezione molto più debole e senza complicanze, e nella maggior parte dei casi dovuta alla variante Alfa, precedentemente denominata variante inglese. La reinfezione si è rilevata a distanza di 1-2 mesi dal completamento del ciclo vaccinale". Nei giorni scorsi, inoltre, "è stato rilevato anche un caso di reinfezione post vaccino da variante Delta (indiana) in Lombardia. Il dato positivo - sottolinea - è che comunque le reinfezioni sono lievi, quindi ciò indica una efficacia del vaccino nel mitigare l'impatto della reinfezione stessa". Questo dato, secondo Pregliasco, dimostra dunque che "nonostante il possibile margine di reinfezioni, l'efficacia del vaccino c'è e l'obiettivo è comunque quello di evitare la malattia grave. 

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Anche rispetto alla variante Delta - rileva - studi ci dicono che nell'80% di casi si evitano ospedalizzazioni e casi gravi dopo la singola dose e nel 95% dei casi dopo le due dosi, secondo i dati inglesi. La conclusione, commenta il virologo, è che il "vaccino serve, pur considerando questa parziale inefficacia rispetto ad alcune reinfezioni, e ciò per ridurre quello che può essere il colpo di coda futuro alla luce della eventuale insorgenza e diffusione in Italia, molto probabile, della variante Delta. E questo perchè il vaccino è l'unica possibilità per impedire un impatto pesante dal punto di vista clinico sulle strutture ospedaliere. L'importante, da un punto di vista di sanità pubblica, è, infatti, innanzitutto evitare i casi gravi". Rispetto alle varianti, conclude, "si rende comunque ora fondamentale una terza vaccinazione con vaccini aggiornati contro le mutazioni, da effettuarsi entro il 2022".

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